Lucrezia, un anno scolastico in Germania
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Racconti di viaggio

Lucrezia, un anno scolastico in Germania

13/09/17

Cosa succede durante un anno scolastico trascorso all’estero? Come poter rispondere a questa domanda… Ci ho riflettuto molto e descrivere a parole questa stupenda esperienza non è per niente semplice.

Cosa succede durante un anno scolastico trascorso all’estero? Come poter rispondere a questa domanda… Ci ho riflettuto molto e descrivere a parole questa stupenda esperienza non è per niente semplice

Per capire cosa significa vivere un periodo di studio all’estero bisogna provarlo! Ed è un’esperienza che ti consiglio di non lasciarti sfuggire!

Io mi chiamo Lucrezia, e ho trascorso un anno scolastico in Germania. Mi sembra ieri il momento in cui firmai quelle carte, quel momento in cui tutto sarebbe cambiato. Partire è stata una decisione facile. Una firma qui, una lì e dopo qualche mese ero su un aereo diretto in Germania. Appena scesa dall’aereo ero sconvolta, stavo piano piano che ero partita, che non avrei più rivisto la mia famiglia, i miei amici e la mia casa per un anno.

Un incontro fra estranei. Ma ora questi estranei sono la mia famiglia

Ma qualcun’altro mi aspettava: la mia nuova famiglia ospitante. Erano alla stazione centrale di Potsdam: mia mamma, mio papà e i miei due fratelli più piccoli che erano venuti a prendermi. Un incontro bellissimo, emozionante, come amici che non si rivedono da tempo, ma allo stesso tempo un incontro tra estranei. Bè questi “estranei” ora sono la mia famiglia!

Se penso ai primi giorni: a quanto dormivo, a quanto tutto mi sembrava strano, difficile, incomprensibile e ad ora, quasi mi sembra impossibile poter fare questa affermazione. Dopo qualche tempo stare con queste nuove persone, in questa nuova casa, con una lingua nuova iniziò a diventare più semplice e ben presto è arrivato anche l’inizio della scuola. Mi ricordo ancora le ansie e il caos di quel giorno. Mia sorella sarebbe partita il mattino presto per l’Irlanda e poi mia madre mi avrebbe accompagnata a scuola dalla preside per poter scegliere le materie e accompagnarmi alla prima lezione. Non nego quanto i primi giorni non vedessi l’ora di tornare a casa, era tutto troppo difficile, anche solo chiedere in quale aula dovessi andare per fare lezione, chiedere da mangiare, presentarmi.

Avrei potuto mettermi in un angolino a piangere, ma ho preso una decisione migliore, quella di provarci, per davvero. Cercavo di svegliarmi di buon umore, pensando sarebbe stata una buona giornata, che avrei fatto amicizie. Cercavo di vivere l’attimo. Poi appena arrivata a scuola parlavo con più persone possibile mischiando parole inventate alle mie poche conoscenze della lingua tedesca e alla fine, ha funzionato!

Il momento più bello di questa esperienza? Non lo so! Questa è la risposta migliore. Ce ne sono stati talmente tanti di momenti belli che se ne scegliessi solo uno rischierei di sminuire tutti gli altri. I momenti trascorsi in famiglia sono sicuramente al top della lista “momenti belli”. I brunch domenicali dove io e i miei quattro fratelli invitamavo i rispettivi amici, trovandoci poi a tavola in 20 erano sicuramente dei  momenti speciali!

Il mio exchange year: mettermi in gioco, rivalutare le mie opinioni, azioni e me stessa

Il mio anno scolastico in Germania è stato un anno all’insegna del confronto. Il dialogo è alla base della vita sociale e familiare così come è alla base delle conoscenze di uno studente. Il saper discutere, argomentando attivamente, significa cercare di comprendere ogni situazione dal punto di vista di chi la vive in prima persona, stimolando un rapporto empatico fra individui. Mettersi in gioco, rivalutare le proprie opinioni, azioni e quindi anche rivalutare se stessi, sono i fattori che hanno caratterizzato fin dalla base il mio exchange year. Infatti, quest’anno anno ho potuto scoprire me stessa superando paure, problemi, sofferenze e ingiustizie. In questo anno ho imparato a cercarmi, quando mi perdo o quando ho dei dubbi, e a trovarmi, sempre! …A capire chi sono e a essere me stessa, non importa con chi, come, dove, quando e perché! Ho imparato a essere sincera, a dire le cose come stanno, anche se a volte fanno male, anche se a volte sono cose scomode. Ho imparato che non si può piacere a tutti, che non tutti meritano la tua amicizia, ho imparato a piacere alle persone a cui piaccio per quello che sono, e non per quello che loro credono che io sia.

Ho imparato ad adattarmi a un Paese, una casa, una lingua, una vita che non conoscevo, e che all’inizio non erano miei ma che ora lo sono.

Non è come fare una passeggiata lungo lago, ma più come scalare una montagna. Però alla fine potersi godere il paesaggio è impagabile

È stata dura? Il cuore dice di no, vede solo i momenti belli e ciò che c’è ora. Ma la mente analizza la situazione da ogni punto di vista, considerando i problemi, le difficoltà, e come sono riuscita ad affrontarli e superarli rendendomi la persona che sono. Forse si, è stata dura, non è come fare una passeggiata lungo lago, ma più come scalare una montagna, però alla fine potersi godere il paesaggio è impagabile! Le difficoltà, i problemi e le paure, ci sono, ma sono belle. Non per essere masochisti, ma perché se non ci fossero state non le avrei mai potute superare e vincere.

Non avere paura, vivetela, attimo per attimo, perché un anno corre veloce, più di quanto puoi pensare.

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