Intervista a una host family italiana
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Racconti di viaggio

Intervista a una host family italiana

18/04/18

“Per noi ospitare Alexis ha rappresentato la possibilità di conoscere un mondo nuovo, di far conoscere ai nostri ragazzi una cultura e abitudini diverse ”: così la host family Di Monte racconta la sua esperienza con Alexis, exchange student neozelandese a Palermo con Navigando.

“Per noi ospitare Alexis ha rappresentato la possibilità di conoscere un mondo nuovo, di far conoscere ai nostri ragazzi una cultura e abitudini diverse ”: così la host family Di Monte racconta la sua esperienza con Alexis, exchange student neozelandese a Palermo con Navigando

L’host family Di Monte ci racconta cosa significa accogliere uno studente straniero. Ospitare un exchange student è un atto di grande generosità e amore, che nasce dal desiderio di accogliere, all’interno delle proprie mura domestiche, un ragazzo che viene in Italia per conoscere il nostro Paese, per imparare l’italiano, per frequentare una scuola superiore, per mettersi in gioco e dimostrare a se stesso di sapersela cavare anche in un Paese straniero. Ma è anche un’esperienza che arricchisce tutti i componenti della famiglia, come ci dimostra questa intervista alla famiglia Di Monte.

Peppa e Antonio, in casa vostra si respira un’aria allegra e tanta serenità. Ci presentate la vostra famiglia?

Molto volentieri, il mio nome è Peppa, ho 50 anni e sono sposata con Antonio, 67 anni. Abbiamo tre figli: Lavinia di 16 anni, Francesco di 13 anni e Angelica di 10. Con noi abita anche la mia mamma, nonna Tucci. Abitiamo a Palermo e abbiamo due cani e due gatti.

A chi di voi è venuta l’idea di diventare una host family? Come avete scoperto questa possibilità?

In realtà l’idea non è venuta a nessuno in particolare. Tramite un messaggio di un’amica ho saputo che si stava cercando ospitalità per una ragazza neozelandese che doveva stare a Palermo un intero anno scolastico. A pranzo ho proposto alla mia famiglia di ospitare Alexis ed è stato un coro unanime di sì. In realtà, non sapevamo bene cosa ciò comportasse ma ci siamo buttati con entusiasmo.

Perché avete deciso di diventare una host family?

Come dicevo è stato un po’ per caso, la nostra è una famiglia aperta. Siamo abituati a ospitare amici dei ragazzi, parenti che abitano lontano, anche senza preavviso capita di essere in 12 a tavola. Insomma, credo che ci siamo trovati ad affrontare questa avventura con la stessa facilità, senza razionalizzare troppo.

Qual è stato il percorso che avete fatto per diventare una host family?

Anche sulla preparazione non ci siamo posti troppi problemi, abbiamo conosciuto Laura, la responsabile di zona dell’organizzazione che ospita a Palermo diversi ragazzi da varie parti del mondo, e abbiamo compreso meglio cosa comportasse ospitare una ragazza straniera. Abbiamo compilato un formulario dove raccontavamo di noi, poi è arrivata Alexis ed è stato ancora più facile di quanto pensassimo.

Cosa ha significato per voi accogliere Alexis nella vostra casa?

Per noi ospitare Alexis ha rappresentato la possibilità di conoscere un mondo nuovo, di far conoscere ai nostri ragazzi una diversa cultura e diverse abitudini.

Come vi siete preparate all’arrivo di Alexis?

In realtà ci siamo preoccupati solo di preparare la stanza per lei, che veniva utilizzata come stanza per gli ospiti.

La vostra quotidianità è cambiata durante lo scambio?

La nostra quotidianità non è cambiata quasi per nulla e potrei dire che anche per Alexis non è stato difficile adattarsi alle nostre abitudini. Ovviamente durante lo scambio ognuno dei ragazzi ha dovuto condividere i propri spazi con una persona nuova, ma complessivamente non è stato per nulla complicato.

Essere una host family vi ha arricchito?

Essere un host family ti arricchisce, perché ti insegna ad aprirti al mondo, ad accettare di modificarti, perché un’altra persona trovi spazio nella tua vita. Ovviamente in un tempo lungo, come un anno, ci sono momenti di difficoltà o insofferenza, ma questa esperienza ti insegna a mediare, a comprendere l’altro, a rispettarlo nelle sue differenze.

Che cosa avete scoperto della vostra realtà attraverso gli occhi di Alexis?

Attraverso l’esperienza di Alexis abbiamo capito come alcuni aspetti fondanti delle nostre famiglie non siano scontati e uguali nel resto del mondo. Anche il nostro modo di essere genitori è stato in qualche modo messo in discussione dal confronto con un mondo così diverso come la Nuova Zelanda. Ad esempio abbiamo scoperto che da loro i ragazzi vengono trattati come piccoli adulti e che viene loro lasciata una possibilità di scelta per noi inconcepibile.

Quali sono gli aspetti più belli dell’avere ospitato Alexis?

Come ho già detto l‘aspetto più bello è stato poter venire a contatto con un modo di pensare completamente diverso, un modo di studiare diverso, comprendere meglio anche le cose che hai sempre dato per scontate e che invece sono caratteristiche proprie della tua cultura a cui non ti piacerebbe rinunciare. A volte è anche un’occasione per prendere coscienza di se stessi e della propria storia.

Conoscete qualcosa di più della Nuova Zelanda e della sua cultura ora?

Vivere con Alexis ci ha dato la possibilità di conoscere la Nuova Zelanda, abbiamo scoperto che è un paese meraviglioso, diversissimo dal nostro, con una natura prorompente che speriamo di poter visitare presto.

Il confrontarvi con una cultura così diversa vi ha portato a modificare il vostro punto di vista?

Come dicevo più che cambiare il proprio punto di vista, è un’occasione per prendere coscienza di sé, realizzare con maggiore chiarezza quale sia il tuo vissuto, il tuo pensiero e poi ciascuno fa le proprie scelte su cosa cambiare e cosa mantenere.

Quali aspetti del vostro carattere avete messo in gioco durante questa esperienza?

Ovviamente la convivenza porta ciascuno a dover modificare un po’ il proprio carattere, l’apertura all’altro porta sempre la necessità di esercitare la virtù della pazienza.

Che difficoltà avete incontrato durante lo scambio?

Come spesso succede in un tempo così lungo si diventa tutti una vera famiglia, con le normali dinamiche con momenti belli e momenti faticosi.

C’è qualche episodio curioso che vi va di raccontarci?

Più che un evento curioso mi fa piacere condividere un bellissimo momento che abbiamo vissuto in occasione del diciottesimo compleanno di Alexis. Abbiamo festeggiato con tutti i suoi amici, 25 exchange student, che hanno cantato tanti auguri ognuno nella propria lingua. È stato veramente un momento commovente, l’occasione per fare un giro del mondo in una giornata.

Che consiglio dareste a una famiglia che vuole intraprendere questo percorso?

Consiglierei a tutte le famiglie di fare un’esperienza come questa perché dà veramente la possibilità di fare crescere tutti i suoi componenti come cittadini del mondo.

Vuoi ricevere maggiori informazioni su come si diventa una host family? Contattaci o visita la sezione del nostro sito Ospita uno studente.

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