Azzurra: un anno scolastico in Germania
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Racconti di viaggio

Azzurra: un anno scolastico in Germania

03/01/18

L’anno scolastico all’estero mi sta insegnando ad apprezzare tutto di più, a guardare le cose da un’altra prospettiva e a godermi ogni momento.

L’anno scolastico all’estero mi sta insegnando ad apprezzare tutto di più, a guardare le cose da un’altra prospettiva e a godermi ogni momento

Sono  Azzurra, ho 17 anni e già da un bel po’ di tempo mi trovo in Germania per vivere il mio anno di studio all’estero. Qui frequento il Fürstenberg Gymnasium in Recke, una scuola privata cattolica, le mie giornate trascorrono velocemente fra impegni scolastici e momenti di quotidianità con la mia nuova e divertentissima host family.

Desideravo scoprire un mondo nuovo, spinta da una curiosità che mi faceva brillare gli occhi anche se l’idea di lasciare la mia routine un po’ mi impauriva

Il giorno della mia partenza da Iglesias, in Sardegna, è stato il più difficile. Ero entusiasta di partire per il mio anno scolastico in Germania, desideravo scoprire un mondo nuovo spinta da una curiosità che mi faceva brillare gli occhi anche se l’idea di lasciare la mia routine un po’ mi impauriva. L’insicurezza è durata giusto il tempo di salire e scendere dall’aereo quando, uscita dal gate, mi sono trovata davanti 5 persone che mi aspettavano con il sorriso stampato in faccia: era la mia nuova famiglia tedesca che non vedeva l’ora di conoscermi, pronta ad accogliermi a braccia aperte!

Dato che non avevo mai studiato tedesco e avevo bisogno di imparare le basi ho trascorso le prime tre settimane a Würselen dove ho frequentato gli OSK, dei corsi di lingua e orientamento. Durante i corsi ho conosciuto altri exchange students che, come me, dovevano  imparare le basi della lingua tedesca. Il corso è stato davvero molto utile, anche grazie all’aiuto di due insegnanti sempre disponibili.

A Würselen sono stata ospitata da una OSK family locale composta da: host-father, host-mother e due host-sisters, una di 14 e una di 17 anni. Loro mi hanno dato tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento: amore, felicità, aiuto e tante risate. Nonostante il poco tempo trascorso assieme abbiamo instaurato un bellissimo rapporto tant’è che vado sempre a trovarli durante le vacanze e sono persino andata con loro in vacanza in Trentino. La semplicità e l’umiltà che caratterizzano questa famiglia mi sono entrate nel cuore, mi hanno trattato come una figlia e una sorella e penso che non li ringrazierò mai abbastanza!

Host-mother, host-father e tre nuovi fratelli Caroline, Joost ed Emilia: una famiglia numerosa con cui non ci si annoia mai

La mia host-family: una famiglia numerosa con cui non ci si annoia mai

La mia host-family: una famiglia numerosa con cui non ci si annoia mai

Dopo le prime tre settimane ho finalmente incontrato l’host-family che  mi avrebbe ospitato per tutto l’anno. Un’altra famiglia che non vedeva l’ora di conoscermi:  host-mother, host-father e tre nuovi fratelli Caroline di 14 anni, Joost di 10 ed Emilia che ha 7 anni. Sono una famiglia numerosa con cui non ci si annoia mai! È la terza volta che ospitano un exchange student, intatti, sono molto organizzati! La mia nuova mamma è sempre disponibile per parlare di qualsiasi cosa, se per esempio ho qualche problema o se semplicemente voglio raccontarle qualcosa, lei è sempre pronta ad ascoltarmi. Tutta la mia nuova famiglia è molto gentile: mi chiedono come mi sento, com’è andata la mia giornata, a scuola, e ciò mi fa sentire ancora di più parte della famiglia. Vado molto d’accordo con Carolin e adoro giocare con i due bambini ai quali dedico molto tempo, è così bello renderli felici e si sono creati dei momenti in cui ci abbracciamo, come al mio rientro da scuola.

 

 

Come ho affrontato la nostalgia

Aprire il mio cuore a una nuova famiglia non ha cambiato il rapporto con la mia famiglia italiana, anzi. Li chiamo nei weekend anche se con mia madre ci scriviamo tutti i giorni. Non sento il bisogno di chiamarla più spesso perché non voglio togliere del tempo alla mia host-family. La nostalgia invece va a periodi, a volte si fa intensa, è inevitabile. Non parlo solo della nostalgia degli amici o della famiglia bensì anche della mancanza delle vecchie abitudini, di tutte quelle piccole cose che prima davi per scontate e che adesso non hai più. Tuttavia si va avanti pensando che l’anno all’estero è appunto solo un anno, un periodo di tempo che apparentemente sembra infinito ma che piano piano passa e quando passa finisce e non ci saranno più altre opportunità di rifarlo. Quindi ti consiglio di trovare la spinta per superare il primo periodo, che è il più difficile, quando la nostalgia si fa più intensa. Ma ti assicuro che passerà e che questi momenti lasceranno presto spazio a una nuova quotidianità: vivila intensamente e non lasciarti sfuggire neanche un attimo! In fondo sei partito per questo, giusto?!

Accogliere le differenze

Ci sono piccole differenze che ho notato come l’alimentazione. Qui si mangia molta carne come würstchen o affettati e il pesce praticamente non esiste. in Germania si cena con alimenti freddi come il latte e toast con svariati condimenti da metterci sopra. La cucina italiana è sicuramente più variegata e strutturata: ad esempio in Italia non si usa mettere sullo stesso piatto sia il primo che il secondo, qui invece sì. Anche gli orari dei pasti sono diversi, in Germania si cena alle 18.30/19.00 e spesso durante la notte può capitare che ti venga fame. Dopo ogni pasto ognuno aiuta a sbarazzare la tavola, a lavare i piatti e ad asciugarli.

Anche il paesaggio e il clima sono diversi: il cielo è spesso nuvoloso, piove e già in autunno si hanno 5/6 gradi. Il mio paese non è vicino al mare, non ci sono montagne, è in pianura ed è pieno di alberi alti. La mia casa si trova a Voltlage, un paesino di campagna. Diciamo che il contesto non si discosta troppo da Iglesias, la mia città natale.

A scuola non ci sono classi fisse ma dei corsi che ti consentono di scegliere, entro certi limiti, le materie

Altre differenze le ho riscontrate a scuola, qui frequento il Fürstenberg Gymnasium in Recke, una scuola privata cattolica. Le lezioni iniziano alle 7.50 quindi, alla mattina, mi alzo verso le 6.42, prendo la bici e poi il pullman per arrivare a scuola. La struttura è molto grande rispetto alla mia scuola italiana e non ci sono classi fisse ma dei corsi da seguire, ogni due ore c’è una pausa e una normale giornata scolastica può durare dalle 6 alle 9 ore. La cosa positiva è che il weekend è più lungo perché non si va a scuola il sabato. Gli insegnanti non sono molto diversi dai nostri, come in ogni scuola ci sono quelli che ti aiutano e che ti piacciono di più e quelli, invece, un po’ meno. Durante il primo periodo non capivo praticamente nulla ma ogni giorno che passava capivo sempre di più. Bisogna avere pazienza e darsi tempo.

Nuove amicizie

Nuove amicizie

Per quanto riguarda i miei compagni di classe ho avuto qualche difficoltà a fare amicizia. Nella mia scuola ci sono dei gruppi e l’integrazione non è immediata perché spesso non sai di che cosa parlare soprattutto se non conosci bene la lingua. Anche per questo motivo ce la sto mettendo tutta per imparare il tedesco il prima possibile! Nonostante ciò cerco sempre di fare del mio meglio e di non lasciarmi ostacolare da questo problema o dalla timidezza. I tedeschi non sono molto aperti e socievoli quindi devi essere tu a fare il primo passo. Tuttavia nella mia scuola ci sono altre tre ragazze exchange students con le quali trascorro molto tempo assieme, stanno vivendo il mio stesso cambiamento quindi confrontarsi è molto più semplice e soprattutto utile.

 

Sto diventando più indipendente, ho aperto la mia mente e sto crescendo con una maggiore consapevolezza del fatto che siamo tutti diversi ma è proprio questo che ci rende unici

Il mio anno scolastico in Germania è una sfida e ce la sto mettendo tutta per superare le difficoltà e crescere. In fondo è per questo che avevo scelto la Germania: volevo conoscere meglio me stessa, capire chi sono, che cosa voglio e che cosa sono in grado di fare da sola. Ogni giorno che passa sono orgogliosa di me stessa, persino delle piccole cose che faccio perché ogni cosa che faccio qui è un piccolo traguardo che mi porterà a raggiungere il mio obiettivo finale, quando finirò la mia esperienza. Mi sono fissata degli obiettivi che voglio portare a termine e so che se decidessi di andare via, sarebbe una sconfitta da cui non potrei più tornare indietro. Le difficoltà ci saranno sempre ma in fondo questa è la vita. Sicuramente sto diventando più indipendente, faccio le mie cose da sola, sono più aperta mentalmente e sto crescendo con una maggiore consapevolezza del fatto che siamo tutti diversi ma è proprio questo che ci rende unici. Sono certa che quando ritornerò a casa apprezzerò ancora di più ciò che ho. L’anno scolastico all’estero mi sta insegnando  apprezzare tutto di più, a guardare le cose da un’altra prospettiva e a godermi ogni momento.

Inoltre posso sempre contare sul team di Navigando che mi aiuta ogniqualvolta ne ho bisogno.  La preparazione con Navigando mi è stata di grande aiuto: gli incontri con altri futuri exchange students, la piattaforma online e il campo pre-partenza dove ho conosciuto altri ragazzi provenienti da tutta Italia e, accompagnati dal team di Navigando, abbiamo affrontato il tema della partenza.

Alla domanda “consiglieresti l’esperienza?” rispondo senza dubbio di sì: studiare all’estero dà l’opportunità a noi ragazzi di crescere e realizzare i nostri sogni.

Cosa aspetti? La vita è troppo breve e preziosa per aver paura di mettersi in gioco!

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