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“Il mondo”: l’orizzonte di chi sceglie la Mobilità Studentesca Internazionale

13/02/19

Scegliere un percorso di Mobilità Studentesca Internazionale non è vantaggioso solo per il singolo studente, ma anche per gli istituti scolastici. Obiettivo: sviluppare la dimensione europea dell’educazione e favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti.

Scegliere un percorso di Mobilità Studentesca Internazionale non è vantaggioso solo per il singolo studente, ma anche per gli istituti scolastici. Obiettivo: sviluppare la dimensione europea dell’educazione e favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti

L’intervista a Ezio Delfino, dirigente scolastico del Liceo Scientifico Statale ‘G. Ancina’ di Fossano (Cuneo) e Presidente Associazione Di.S.A.L., l’associazione italiana di dirigenti di scuole pubbliche e paritarie, mette in luce la centralità, non solo dello studente, ma anche degli istituti scolastici all’interno del processo di mobilità studentesca.

“Il mondo come orizzonte”

Alla domanda: “Cosa spinge gli studenti d’oggi a intraprendere un percorso di mobilità studentesca?” Ezio Delfino risponde: “il mondo”. Gli studenti che scelgono di trascorrere un periodo di studi all’estero sono spinti da un forte desiderio di conoscenza che li porta a lasciare la propria comfort zone, genitori e amici, per scoprire una nuova dimensione di sé. “È il desiderio di conoscere, di incontrare, di sperimentarsi, di arricchirsi, di completarsi, di consapevole disponibilità a mettersi alla prova”: è questo, secondo Ezio Delfino, il motivo che porta i giovani d’oggi a intraprendere un percorso di mobilità studentesca.

La mobilità studentesca: un’opportunità non solo per gli studenti, ma anche per gli istituti scolastici

Questa scelta non giova solo allo studente stesso, ma a ogni istituto scolastico che sceglie di aprirsi a questa opportunità. Attraverso percorsi di questo tipo il mondo della scuola ribadisce la sua centralità nel percorso di crescita dei propri studenti, che hanno  la possibilità di sviluppare competenze trasversali e relazionali. Skills fondamentali nella vita di tutti i giorni e sempre più importanti per il loro futuro professionale. L’esperienza di studio all’estero è innanzitutto un’esperienza di vita che aiuta i ragazzi “a imparare altri approcci allo studio, aprirsi a nuove amicizie, sperimentare l’autonomia personale, cancellare stereotipi,  conoscere nuovi paesi e nuove culture, fare esperienze di altri sistemi scolastici, arricchire il proprio c.v. e apprendere o perfezionare una lingua”.

La mobilità studentesca non è solo “andare a studiare per un periodo all’estero”. Questa esperienza riguarda anche la scuola d’origine che intraprende, assieme allo studente, un percorso di preparazione e affiancamento durante tutte le fasi dell’esperienza. Prima della partenza, infatti, ogni studente stipula un contratto formativo che impegna lo studente, la famiglia e la scuola a collaborare per la riuscita formativa dell’esperienza di mobilità. Durante il soggiorno all’estero lo studente è tenuto a mantenere i contatti con uno dei propri docenti, informandolo sul proprio percorso scolastico all’estero. Una volta rientrato in Italia, lo attende un momento di restituzione, documentando al consiglio di classe la sua esperienza formativa all’estero. Ezio Delfino ci spiega che: “La restituzione permette al consiglio di dare valore all’esperienza di mobilità studentesca, testarne le ricadute formative e culturali, esaminare il diario di bordo e contribuisce alla valutazione complessiva delle competenze maturate. E’ un momento di restituzione ufficiale dove, attraverso precise domande lo studente viene aiutato a raccontare le caratteristiche del suo programma. Attraverso questi elementi il consiglio di classe può stabilire delle valutazioni delle singole discipline, effettuare il calcolo della media dei voti acquisiti all’estero e, nel caso di mobilità annuale, di  assegnare i crediti scolastici in modo calibrato e maggiormente condiviso”.

La formazione “globale” di cui si fa portavoce la mobilità studentesca aiuta la scuola a diventare il luogo del confronto interculturale, sperimentando al suo interno la  flessibilità delle strategie  didattiche e organizzative per una crescita completa dei propri studenti.

Leggi l’intervista completa a Ezio Delfino: link.

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