Quando “dare” significa anche “ricevere” - Navigando Turismo e Cultura
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Racconti di viaggio

Volontariato all’estero: quando “dare” significa anche “ricevere”

08/08/19

L’esperienza di volontariato all’estero ha cambiato totalmente Annalisa: “In Vietnam ho acquisito fiducia in me stessa, aiutato gli altri, visitato un paese straniero e ho fatto nuove amicizie arricchendo il mio bagaglio culturale e personale”.

L’esperienza di volontariato all’estero ha cambiato totalmente Annalisa: “In Vietnam ho acquisito fiducia in me stessa, aiutato gli altri, visitato un paese straniero e ho fatto nuove amicizie arricchendo il mio bagaglio culturale e personale”.

Il Vietnam è un paese magico. Tanto ospitale quanto selvaggio, è il posto ideale per chi ama l’avventura e la natura come Annalisa, che tra i programmi di volontariato all’estero di Navigando, ha scelto il progetto Child Care nella città di Ho Chi Minh.

Bentornata Annalisa! Siamo davvero molto curiosi di sapere com’è andata la tua esperienza di volontariato internazionale in Vietnam. Qual è il ricordo più bello che ti sei portata a casa?

È stata un’esperienza magnifica che mi porterò dentro per tutta la vita! Il ricordo più bello me l’hanno regalato i bambini che ogni giorno, al mattino appena arrivati a scuola, mi sorridevano sempre e urlavano “Hi teacher!”, con quella voce squillante ed energica. Inoltre, sono rimasta colpita dalla loro cordialità ed educazione: quando distribuivamo il pranzo non c’è mai stato un bambino che non dicesse “Thank you” o “Càm on” (grazie in vietnamita).

Prima di partire ci hai raccontato che la motivazione che ti ha spinta a scegliere il progetto Child Care in Vietnam era che esperienze come queste ti cambiano la vita. È successo davvero? Come ti ha cambiato questa esperienza di volontariato all’estero?

Mi ha cambiato radicalmente! Ho imparato ad apprezzare tutto ciò che c’è qua “a casa” e quanto in realtà noi siamo fortunati, ma ci dimentichiamo di esserlo. In secondo luogo, mi ha cambiato caratterialmente: ho imparato ad aprirmi di più, a essere più forte, indipendente, riflessiva e rispettosa verso le altre culture.

Come si svolgevano le tue giornate e quali erano le tue mansioni nell’ambito del progetto?

Ogni giorno si lavorava dalle 8 alle 16, con una pausa dalle 11 alle 13 per far riposare i bambini. Le mie mansioni erano organizzare e decidere il lavoro con le insegnanti e insegnare l’inglese ai bambini attraverso giochi, canzoni e balli.

Durante il pranzo, aiutavo le insegnanti del posto a distribuire il cibo e i bambini a mangiare. Dopo il pranzo, dovevo aiutarli a cambiarsi i vestiti e lavarsi prima di mandarli a riposare.

Come ti sei trovata con lo staff del progetto e con gli altri volontari?

Mi sono trovata molto bene sia con lo staff che con gli altri volontari. Eravamo un gran bel gruppo: dopo il lavoro ci trovavamo a bere un caffè, visitare la città, cenare fuori insieme e divertirci anche dopo cena – quando il giorno dopo non si lavorava! Spero siano amicizie destinate a durare nel tempo, ma soprattutto spero di incontrarli ancora, almeno ho una scusa per fare un altro viaggio!

Che valutazione daresti all’organizzazione e all’assistenza offerte dallo staff di Navigando?

Lo staff di Navigando mi è stato molto d’aiuto nella scelta del progetto e del luogo. Mentre ero in Vietnam ho mantenuto i contatti con lo staff di Navigando che voleva sapere come stava procedendo la mia esperienza. Sul posto, invece, era presente lo staff di Idex, l’organizzazione di volontariato che opera in vari paesi asiatici. I responsabili mi sono stati d’aiuto in ogni evenienza. A volte le differenze culturali si facevano sentire, ma eravamo tutti sempre propensi a capire l’altra persona e a superare le barriere culturali.

Consiglieresti di vivere un’esperienza di volontariato all’estero? Perché?

Consiglierei fortemente di intraprendere un’esperienza di volontariato all’estero perché è un’opportunità che ti cambia totalmente: acquisti fiducia in te stesso, fai del bene agli altri, visiti un paese straniero, arricchisci il tuo bagaglio culturale e personale, fai nuove amicizie.

Che consigli daresti a chi vuole fare un’esperienza di volontariato all’estero?

A chi vuole fare un’esperienza del genere consiglio innanzitutto tanta flessibilità. Poi pazienza, coraggio, capacità di adattarsi, calma e tanta forza. Scoraggiarsi è facile, basta un minuto: a volte capita che i bambini non abbiano voglia di ascoltarti, capita che tutto il lavoro che avevi preparato per la giornata venga sostituito da una decisione presa all’ultimo momento dall’insegnante. Può capitare di perdere i mezzi di trasporto, di rimanere imbottigliati nel traffico o di fare un incidente quando, dopo otto ore di lavoro, l’unica cosa che vorresti fare è andare a letto a dormire. Capita anche di doversi adattare a delle condizioni igieniche molto diverse a quelle a cui si è abituati in Italia, ma nonostante tutto ciò NE VALE LA PENA! Il sorriso dei bambini e la loro gratitudine ripagano tutti gli sforzi.

Grazie Annalisa per aver condiviso con noi la tua esperienza di volontariato all’estero! In bocca al lupo per il tuo futuro!

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